Responsabilità genitoriale
Mantenimento paterno per la figlia maggiorenne e laureata: necessario confrontare le posizioni economiche dei due genitori
Riprende vigore la richiesta dell’uomo, che punta a vedere cancellato l’obbligo di versare all’ex moglie 450 euro ogni mese come contributo al mantenimento della figlia. Da tenere in considerazione, poi, il fatto che la ragazza si è laureata e ha intrapreso la pratica forense presso lo studio del padre.
Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 29 dicembre 2021, n. 41919
Censurabile il giudice che conferma l’obbligo dell’uomo di versare all’ex moglie un contributo per il mantenimento della figlia…
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Famiglia responsabilità genitoriale Mantenimento paterno per la figlia maggiorenne e laureata: necessario confrontare le posizioni economiche dei due genitori Riprende vigore la richiesta dell’uomo, che punta a vedere cancellato l’obbligo di versare all’ex moglie 450 euro ogni mese come contributo al mantenimento della figlia. Da tenere in considerazione, poi, il fatto che la ragazza si è laureata e ha intrapreso la pratica forense presso lo studio del padre. La Redazione Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 29 dicembre 2021, n. 41919 Censurabile il giudice che conferma l’obbligo dell’uomo di versare all’ex moglie un contributo per il mantenimento della figlia – maggiorenne e laureata – senza mettere a confronto le rispettive posizioni economico-patrimoniali. Nel giugno del 2018 la prima tappa della vicenda, quando in Tribunale viene disposta la modifica delle condizioni stabilite nel giudizio di separazione personale tra i coniugi. Nello specifico, viene «revocata l’assegnazione della casa coniugale» alla donna e viene «ridotto a 45… Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 29 dicembre 2021, n. 41919 Presidente Bisogni – Relatore Mercolino Rilevato che: con Decreto 18 giugno 2018, il Tribunale di Palermo dispose, ai sensi dell’art. 710 c.p.c. , la modifica delle condizioni stabilite nel giudizio di separazione personale tra i coniugi C.F. e I.W.A.G. , revocando l’assegnazione della casa coniugale a quest’ultima, riducendo ad Euro 450,00 mensili l’assegno posto a ca… Mafia Mafia, la rete di fiancheggiatori di Messina Denaro dal gup: falsa partenza dell’udienza preliminare La mancata notifica all’ex avvocato Angela Porcello, ritenuta la “consigliori” del mandamento di Canicattì, ha fatto slittare l’avvio del procedimento L’avvocato Porcello a colloquio col boss Giuseppe Falsone, al 41 bis Un ritardo con cui è stata inviata la notifica all’ex avvocato Angela Porcello, cancellata dall’Ordine dopo l’arresto per associazione mafiosa, ha fatto slittare l’inizio dell’udienza preliminare scaturita dalla maxi inchiesta “Xydi”.La mafia agrigentina si era riorganizzata sotto le direttive del superlatitante Matteo Messina Denaro e del boss ergastolano Giuseppe Falsone, da sempre suo fedelissimo. L’inchiesta è approdata in aula, seppure con un passaggio lampo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio a carico di trenta imputati. Il gup di Palermo, Paolo Magro, dopo avere rilevato la notifica tardiva all’ex professionista cinquantunenne, ha rinviato al 27 dicembre. Il mandamento di Canicattì sarebbe stato gestito dall’anziano boss Calogero Di Caro e dall’imprenditore mafioso Giancarlo Buggea che, dopo essere tornato libero, si era rimesso all’opera con una “consigliori” all’apparenza insospettabile, ovvero la sua compagna, l’avvocato Angela Porcello. La penalista, che si è poi cancellata dall’Ordine, avrebbe strumentalizzato la sua attività innanzitutto per incontrare Falsone al 41 bis e veicolare i suoi messaggi dal carcere ma non solo: Angela Porcello avrebbe fatto da “cassiera” del mandamento promuovendo e organizzando una serie di incontri con associati anche di altre province. Nella rete della coppia Buggea-Porcello ci sarebbe stato pure un esperto ispettore di polizia in servizio al commissariato di Canicattì – Filippo Pitruzzella -, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: secondo la Dda avrebbe fatto da talpa rivelando indagini riservate sul loro conto e informandoli delle attività di polizia in corso. Due avvocati di Canicattì – Annalisa Lentini e Calogero Lo Giudice – sono, invece, indagati di falso e procurata inosservanza di pena perchè avrebbero, insieme alla collega Porcello, falsificato la data di spedizione di una raccomandata al fine di rimediare a un errore nella presentazione dell’atto di appello di una condanna, nei confronti di un cliente della Porcello, che era diventata definitiva. La richiesta di rinvio a giudizio, dei pm Geri Ferrara, Gianluca De Leo e Francesca Dessì, è stata firmata per: Matteo Messina Denaro, 59 anni; Giuseppe Falsone, 51 anni; Giancarlo Buggea, 51 anni; Luigi Boncori, 69 anni; Luigi Carmina, 56 anni; Simone Castello, 72 anni; Antonino Chiazza, 52 anni; Diego Emanuele Cigna, 22 anni; Giuseppe D’Andrea, 51 anni; Calogero Di Caro, 75 anni; Vincenzo Di Caro, 40 anni; Pietro Fazio, 49 anni; Gianfranco Roberto Gaetani, 53 anni; Antonio Gallea, 64 anni; Giuseppe Giuliana, 56 anni; Giuseppe Grassadonio, 50 anni; Annalisa Lentini, 40 anni; Calogero Lo Giudice, 47 anni; Gaetano Lombardo, 65 anni; Gregorio Lombardo, 67 anni; Giovanni Nobile, 60 anni; Antonino Oliveri, 37 anni; Calogero Paceco, 57 anni; Giuseppe Pirrera, 62 anni; Filippo Pitruzzella, 61 anni; Angela Porcello, 51 anni; Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni; Stefano Saccomando, 44 anni; Giuseppe Sicilia, 42 anni e Calogero Valenti, 56 anni. All’udienza successiva, i difensori saranno chiamati a pronunciarsi sulla scelta del rito. Chi di sicuro andrà all’ordinario, andando incontro a un inevitabile rinvio a giudizio, è Messina Denaro con cui alcuni imputati, sostiene l’accusa, sarebbero stati in contatto. L’ex avvocato Porcello, durante le indagini, ha reso ampie dichiarazioni con cui ammetteva i fatti aprendo alcuni squarci su altri possibili spunti investigativi che, in ogni caso, sono stati bocciati dai pm che non le hanno ritenute consistenti. La stessa, in seguito, ha fatto retromarcia.