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Il lungo matrimonio non consente alla donna di conservare il cognome dell’ex marito
Respinta definitivamente la richiesta presentata dalla donna. Inutile il richiamo da lei fatto alla notorietà dell’uomo e al fatto che ella sia stata identificata per tanti anni in città col cognome del marito.
Redatto da Attilio Ievolella
Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 11 gennaio 2022, n. 654
Venticinque anni di matrimonio non bastano per legittimare la richiesta della donna di poter conservare il cognome dell’ex marito, in aggiunta, ovviamente, al proprio cognome.
Ufficializzato lo scioglimento del matrimonio tra Carlo e Diana – nomi di fantasia –, i giudici di merito negano alla donna la possibilità di «conservare, in aggiunta al proprio cognome, quello dell’ex marito».
In Cassazione, però, Diana decide di portare avanti la propria battaglia, ribadendo il pro…
Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 11 gennaio 2022, n. 654
Presidente Ferro – Relatore Parise
Ragioni della decisione
1. La ricorrente P.R. propone ricorso per cassazione, affidato a un solo articolato motivo, avverso la sentenza della Corte d’appello di Trieste n. 284/2020 pubblicata il 23-6-2020 e notificata in data 24-6-2020, con cui è stato rigettato il suo appello e confermata la sentenza non definitiva n. 13/2020 del Tribunale di Trieste con la quale era stato dichiarato lo scioglimento del matrimonio tra la ricorrente e B.P.F. ed era s…
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Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 11 gennaio 2022, n. 654 Venticinque anni di matrimonio non bastano per legittimare la richiesta della donna di poter conservare il cognome dell’ex marito, in aggiunta, ovviamente, al proprio cognome. Ufficializzato lo scioglimento del matrimonio tra Carlo e Diana – nomi di fantasia –, i giudici di merito negano alla donna la possibilità di «conservare, in aggiunta al proprio cognome, quello dell’ex marito». In Cassazione, però, Diana decide di portare avanti la propria battaglia, ribadendo il pro… Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 11 gennaio 2022, n. 654 Presidente Ferro – Relatore Parise Ragioni della decisione 1. La ricorrente P.R. propone ricorso per cassazione, affidato a un solo articolato motivo, avverso la sentenza della Corte d’appello di Trieste n. 284/2020 pubblicata il 23-6-2020 e notificata in data 24-6-2020, con cui è stato rigettato il suo appello e confermata la sentenza non definitiva n. 13/2020 del Tribunale di Trieste con la quale era stato dichiarato lo scioglimento del matrimonio tra la ricorrente e B.P.F. ed era s… Danneggiamento alla Scala dei Turchi, il maggiore La Rovere: “E’ stata una sfida alle istituzioni” Al comando provinciale dei carabinieri si è svolta una conferenza per illustrare i dettagli delle attività che hanno portato alla denuncia di due soggetti “E’ necessaria un’azione repressiva importante, abbiamo l’obbligo morale di crescere culturalmente attraverso un senso civico sempre più diffuso per far si che questo territorio sia costantemente protetto da noi stessi”. Così dai microfoni di AgrigentoNotizie ha parlato il colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento a margine della conferenza per illustrare i dettagli che hanno portato i militari a denunciare i presunti autori del danneggiamento alla Scala dei Turchi di Realmonte. “Più che di un gesto vandalico riteniamo che si sia trattato di una sfida alle istituzioni e a tutto il territorio della Provincia di Agrigento”. Danneggiamento della Scala dei Turchi, denunciati 2 favaresi Sono state invece le parole del maggiore Marco La Rovere che guida la compagnia carabinieri che si è materialmente occupata delle indagini. “Le macchie rosse che abbiamo riscontrato sui vestiti e nel furgone – ha aggiunto l’ufficiale dell’Arma – verranno repertate e analizzate e trasmesse al Ris di Messina per la comparazione con la sostanza utilizzata sulla Scala dei Turchi”. Lo “sfregio” alla Scala dei Turchi e i due denunciati: ecco come è stata condotta l’operazione I carabinieri, coordinati dal maggiore Marco La Rovere, hanno ricostruito in maniera certosina tutto ciò che è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato quando la scogliera di marna bianca è stata deturpata con della polvere di ossido di ferro Ci sono volute meno di 48 ore per consentire, ai carabinieri della Compagnia di Agrigento, di dare un nome e un cognome ai responsabili del danneggiamento alla Scala dei Turchi di Realmonte avvenuta pochi giorni fa. Hanno ricostruito in maniera certosina tutto ciò che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi. I due presunti autori del raid vandalico, che avrebbero deturpato con polvere di ossido di ferro la scogliera di marna bianca, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Agrigento per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. Le immagini dei carabinieri che incastrano i vandali “I Carabinieri coordinati dal maggiore Marco La Rovere – si legge in una nota della Compagnia di Agrigento – sono così riusciti a fare piena luce sull’identità dei responsabili avvalendosi delle immagini dei sistemi di video-sorveglianza e di una raffica di perquisizioni e verifiche effettuate tra Realmonte e Favara passando anche da Porto Empedocle e la città dei Templi”. A coordinare il fascicolo d’inchiesta, inizialmente aperto a carico di ignoti, sono stati il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e il sostituto Chiara Bisso. “I filmati dell’impianto di video-sorveglianza hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, è giunto di sera alla Scala dei Turchi: quel mezzo sono scese due persone trascinando dei misteriosi sacchi, quelli che contenevano la polvere di ossido di ferro. Dopo un’attenta e ripetuta analisi delle immagini, i carabinieri sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone. Da quell’istante in poi è stata una corsa frenetica per mettere dei punti fermi su un caso che ha suscitato scalpore e indignazione a livello mondiale. Danneggiamento alla Scala dei Turchi, il maggiore La Rovere:”E’ stata una sfida alle istituzioni…ma la risposta è stata immediata”I sospetti dei carabinieri, attenti conoscitori del territorio e dei suoi abitanti, si sono subito concentrati su un uomo di Favara, già noto per danneggiamenti simili. Una prima ispezione del furgone ha permesso di rinvenire tracce di polvere di ossido di ferro. Le successive perquisizioni hanno consentito di ritrovare, all’interno di magazzini, guanti sporchi della stessa polvere ed ulteriori e inequivocabili prove”. I due favaresi sono uomini di mezza età. “L’Arma dei carabinieri – ha dichiarato il colonnello Vittorio Stingo – è intervenuta nell’immediatezza per individuare subito gli scellerati autori di questo crimine che ha deturpato uno dei beni paesaggistici più importanti della Sicilia. L’Arma non molla il territorio a difesa dei nostri cittadini e delle bellezze naturali”. Nel frattempo la Scala dei Turchi – bene candidato a diventare patrimonio mondiale dell’umanità Unesco – è stata ripulita da un esercito di volontari. La “ferita” al paesaggio e alla bellezza della Sicilia è stata infatti immediatamente rimarginata.