Civile
Donazione
Pertinenza immobiliare e mancata menzione dei dati identificativi catastali
«Nel caso in cui la pertinenza (immobiliare) abbia una propria autonoma individuabilità e dati identificativi catastali propri ed esclusivi, la mancata menzione di tali dati nell’atto di vendita della cosa principale, in difetto di ulteriori ed altrettanto univoci elementi in senso contrario ricavabili dal titolo, non può essere ritenuta a priori elemento idoneo a impedire l’automaticità dell’acquisto della pertinenza».
Cass. civ., sez. II, sent., 18 gennaio 2022, n. 1471
In una controversia relativa alla donazione di un terreno e all’esistenza del vincolo pertinenziale sullo stesso rispetto ad un fabbricato, la Suprema Corte ha enunciato i seguenti principi di diritto:
«posto che gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono le pertinenze ove non sia diversamente…
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Civile donazione 19/01/2022 Pertinenza immobiliare e mancata menzione dei dati identificativi catastali Ricerca avanzata «Nel caso in cui la pertinenza (immobiliare) abbia una propria autonoma individuabilità e dati identificativi catastali propri ed esclusivi, la mancata menzione di tali dati nell’atto di vendita della cosa principale, in difetto di ulteriori ed altrettanto univoci elementi in senso contrario ricavabili dal titolo, non può essere ritenuta a priori elemento idoneo a impedire l’automaticità dell’acquisto della pertinenza». La Redazione Cass. civ., sez. II, sent., 18 gennaio 2022, n. 1471 In una controversia relativa alla donazione di un terreno e all’esistenza del vincolo pertinenziale sullo stesso rispetto ad un fabbricato, la Suprema Corte ha enunciato i seguenti principi di diritto: «posto che gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono le pertinenze ove non sia diversamente disposto ovvero l’esclusione non risulti, comunque, da chiari ed univoci elementi desunti dal titolo, nel caso in cui la pertinenza (immobiliare Cass. civ., sez. II, sent., 18 gennaio 2022, n. 1471 Presidente Manna – Relatore Tedesco Il testo integrale della sentenza sarà disponibile a breve. Cronaca L’inchiesta sui falsi permessi di soggiorno si allarga: indagato avvocato La Procura gli contesta di avere avuto un ruolo nella presunta organizzazione che avrebbe consentito alla comunità senegalese di ottenere i documenti con fatture e documenti contraffatti L’inchiesta “Illegal Stay”, che avrebbe disarticolato una presunta organizzazione che consentiva agli stranieri di ottenere permessi di soggiorno illegali attraverso false documentazioni contabili e fiscali, si allarga: un avvocato del foro di Agrigento, accusato di avere avuto un ruolo nel giro, è stato iscritto nel registro degli indagati. L’operazione, all’alba di lunedì, è stata eseguita dalla Guardia di Finanza che ha eseguito un’ordinanza cautelare a carico di quattro indagati ai quali si contesta l’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tre sono finiti in carcere: si tratta di Nicolò Vancheri detto “Massimo”, 55 anni, titolare di uno studio contabile e di diversi patronati ad Agrigento; Moutaga Tierno Fall, 44 anni, e Papa “Papi” Ndyae, 67 anni, rappresentanti della comunità senegalese agrigentina. Ai domiciliari, invece, l’imprenditore Salvatore Randisi, 34 anni di Raffadali. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, competente per questi reati, è stata eseguita dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento. Secondo quanto ipotizza l’accusa gli indagati si sarebbero associati allo scopo di favorire la permanenza illegale sul territorio nazionale di soggetti extracomunitari richiedenti il permesso di soggiorno fornendo loro documenti contabili e fiscali – quali bilanci di esercizio, dichiarazioni fiscali, scontrini e fatture per acquisto merce – ideologicamente falsi e attestanti elementi e dati non veritieri mediante la predisposizione di contratti di locazione o dichiarazioni di ospitalità non rispondenti alla reale situazione di alloggio dello straniero richiedente. Il tutto – sempre secondo l’accusa – allo scopo di dimostrare, ad arte, presso gli uffici di Pubblica Sicurezza il possesso di requisiti della legge sugli stranieri per il conseguimento del permesso di soggiorno. Nelle scorse ore è trapelata la notizia del coinvolgimento di un avvocato agrigentino, accusato di avere avuto un ruolo nel giro. Al professionista sarebbe stato pure notificato un avviso di garanzia.