Circolazione stradale
Risarcimento ed incidente stradale: il litisconsorzio è necessario nella procedura contro la società di assicurazione?
«Nella procedura di risarcimento diretto di cui al d.lgs. n. 209 del 2005, art. 149, promossa dal danneggiato nei confronti del proprio assicuratore, sussiste litisconsorzio necessario rispetto al danneggiante responsabile, analogamente a quanto previsto dallo stesso decreto, art. 144, comma 3».
Cass. civ., sez. VI – 3, ord., 31 dicembre 2021, n. 42112
A seguito di un incidente stradale, A.D.I. chiedeva che la società di assicurazione fosse condannata al risarcimento dei danni subiti dalla sua autovettura. Secondo l’attore, l’incidente era dovuto alla negligenza del comportamento del conducente dell’altro veicolo, che aveva invaso la corsia opposta durante un suo sorpasso. In accoglimento della sua domanda, prima il Giudice di Pace e poi il Tribunale condannavano la società di assicurazione.
Per la lettura completa dell’articolo: Diritto e Giustizia
Contatta QUI la segreteria per poter fissare il tuo appuntamento in studio, telefonico oppure online con un avvocato o un professionista dello Studio Legale Zambuto di Agrigento.
separazione agrigento coniugi avvocato separazione agrigento coniugi avvocato separazione agrigento coniugi avvocato separazione agrigento coniugi avvocato separazione agrigento coniugi avvocato separazione agrigento coniugi avvocato
Responsabilità civile circolazione stradale Risarcimento ed incidente stradale: il litisconsorzio è necessario nella procedura contro la società di assicurazione? «Nella procedura di risarcimento diretto di cui al d.lgs. n. 209 del 2005, art. 149, promossa dal danneggiato nei confronti del proprio assicuratore, sussiste litisconsorzio necessario rispetto al danneggiante responsabile, analogamente a quanto previsto dallo stesso decreto, art. 144, comma 3». Cass. civ., sez. VI – 3, ord., 31 dicembre 2021, n. 42112 A seguito di un incidente stradale, A.D.I. chiedeva che la società di assicurazione fosse condannata al risarcimento dei danni subiti dalla sua autovettura. Secondo l’attore, l’incidente era dovuto alla negligenza del comportamento del conducente dell’altro veicolo, che aveva invaso la corsia opposta durante un suo sorpasso. In accoglimento della sua domanda, prima il Giudice di Pace e poi il Tribunale condannavano la società di assicurazione. La società ricorre contro la sentenza del Tribunale, … Cass. civ., sez. VI – 3, ord., 31 dicembre 2021, n. 42112 Presidente Amendola – Relatore Cirillo Fatti di causa 1. D.I.A. convenne in giudizio la U.G.F. s.p.a., davanti al Giudice di pace di Taggia, chiedendo che fosse condannata al risarcimento dei danni subiti dall’autovettura di sua proprietà a causa di un incidente stradale. A sostegno della domanda espose che l’incidente era dovuto alla negligenza del comportamento di guida del conducente del veicolo antagonista, il quale aveva invaso l’opposta corsia di marcia nel ment… Continuano a crescere i contagi da Covid-19, due comuni verso la zona arancione I primi cittadini di Canicattì e Palma di Montechiaro hanno presentato richiesta alla Regione: la decisione nel pomeriggio Altri due comuni della provincia di Agrigento vanno verso la zona arancione. Dopo Castrofilippo e Ribera, anche Canicattì e Palma di Montechiaro sarebbero destinati a subire misure più restrittive al fine di arginare il contagio da Covid-19. I centri contano, al momento, rispettivamente 385 e 173 casi di positività, ma si tratta di un dato significativamente al ribasso: parliamo infatti di numeri comunicati dall’Asp 2 giorni fa e che fanno riferimento al 2 gennaio. Si attende quindi un nuovo bollettino (che sarà probabilmente cumulativo dei due giorni) per capire quanto accade. Per fare un esempio, solo ieri il sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino aveva parlato di almeno 106 nuovi contagi in due giorni. A chiedere la zona arancione alla Regione sono stati i sindaci dopo specifica comunicazione da parte dell’Asp. La decisione del presidente Musumeci potrebbe arrivare nel pomeriggio, e il provvedimento dovrebbe rimanere in vigore fino al prossimo 19 gennaio. Cronaca Ravanusa La strage di Ravanusa, concluso confronto fra difesa e procura: al via gli scavi Dopo una lunga riunione mattutina, durante la quale i consulenti degli indagati hanno fatto alcune osservazioni e proposte operative recepite dai pm, sono iniziati gli accertamenti tecnici irripetibili che andranno avanti almeno per 4 giorni Il luogo della macerie a Ravanusa Una lunga riunione nella biblioteca di una scuola attigua alla via Trilussa, a pochi metri dall’esplosione che ha provocato la strage, prima di indossare i caschi di protezione, le scarpe antinfortunistica e gli altri dispositivi e iniziare gli accertamenti tecnici irripetibili. L’inchiesta per la tragedia di Ravanusa – dove l’11 dicembre una fuga di gas ha sventrato un intero quartiere provocando il crollo di una palazzina e il danneggiamento di altri immobili circostanti uccidendo 9 persone e un bimbo nel grembo della madre che sarebbe nato dopo 4 giorni – l’inchiesta entra nel vivo. Il pool della Procura di Agrigento, presieduto dal capo dell’ufficio Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella e composto anche dai pm Sara Varazi e Chiara Bisso, l’ultimo giorno dell’anno ha fatto notificare dai carabinieri un avviso di garanzia a dieci indagati, ovvero ai vertici nazionali e regionali di “Italgas Reti spa”, società che gestisce la condotta del gas, per l’ipotesi di reato di disastro, omicidio colposo e lesioni colpose. Atto che la Procura ha definito “un atto dovuto”, come precisato dallo stesso capo dei pm con una nota, per consentire agli indagati di partecipare alle attività tecniche in contraddittorio. In mattinata, prima dell’inizio delle operazioni, c’è stata una lunga riunione fra tutte le parti per stabilire le modalità operative dei lavori di scavo e formulare tutte le osservazioni del caso. Da una parte il procuratore aggiunto Salvatore Vella che coordina il collegio di consulenti composto dall’ingegnere Antonino Barcellona, collaborato dai colleghi Gianluca Buffa, Giovanni Vella e Alessandro Benigno. Dall’altra il collegio difensivo degli indagati composto dagli avvocati Mario Zanchetti e Nadia Alecci del foro di Milano, Massimiliano Foschini del foro di Roma e Daniela Posante del foro di Agrigento. Il pool di legali ha nominato alcuni consulenti di parte ovvero il professore Luca Marmo, docente del Politecnico di Torino e gli ingegneri Giovanni Bargagli Stoffi e Giuseppe Colleselli. Alcuni familiari delle vittime, indicate come “parti offese”, hanno dato mandato ad alcuni legali (fra questi gli avvocati Salvatore Manganello, Lillo Fumo, Salvatore Loggia e Giovanni Lo Leggio) di essere rappresentati agli accertamenti tecnici. Dopo alcune ore di confronto, durante il quale la difesa degli indagati ha chiesto, ottenendolo, di utilizzare una sostanza vaporizzante prima di eseguire i veri e propri scavi, al fine di “accertare in maniera più dettagliata il flusso del gas”, si è deciso di procedere. Subito dopo, quindi, sono iniziate le operazioni di scavo, materialmente eseguite dal nucleo speciale dei vigili del fuoco, per esaminare i cosiddetti “sottoservizi”, ovvero la rete di distribuzione del gas alla ricerca del punto preciso dello scoppio e dell’origine dell’innesco dal quale si dovranno desumere eventuali responsabilità.