Malasanità: troppi errori in Italia ma qualcosa sta cambiando
Redatto da Davide Venturini Fonte: Diritto.it
Il Ministero della Salute ha di recente reso pubblici i dati della malasanità nel nostro Paese. Si tratta di dati preoccupanti, che non ci fanno fare certamente una bella figura e non ci regalano un buon primato. Ben 26 sono stati gli interventi chirurgici nei quali è stato operato l’arto sbagliato, 16 gli interventi effettuati in pazienti che invece dovevano essere sottoposti ad altri interventi diversi, 159 garze o materiali chirurgici sono stati dimenticati all’interno dei pazienti, pazienti dei quali 139 sono poi deceduti e 471 sono state le cadute in ospedale con differenti conseguenze.
I casi di malasanità che si potevano evitare
Molti dei casi di malasanità avvenuti nel 2015 potevano essere evitati, come è stato messo in luce giusto due anni fa nel convegno “Paziente sicuro in ospedale”. Proprio in questa circostanza è stato rilevato che i casi di danno subiti in un anno dai pazienti a causa di errori medici o carenze strutturali sono stati ben 320 mila, errori che si potevano evitare. Ma come? Semplicemente investendo di più e meglio sulla sanità, invece che continuare a operare tagli, e dando così la possibilità anche agli operatori sanitari di lavorare con più serenità in strutture sempre più efficienti.
Sempre più medici, infatti, si sono trovati a essere denunciati, negli ultimi 25 anni sono state il 300% le denunce, ben 12 mila le cause pendenti le richieste dei danni ammontano a circa 2,5 miliardi di euro. La medicina difensiva è costata allo Stato oltre i 13 miliardi. Dal 2016 però le cose hanno iniziato a cambiare.
Malpractice medica, riforma Gelli-Bianco
Tutti questi casi di malasanità hanno inevitabilmente portato non solo a ingenti perdite dal punto di vista economico, ma anche a una condizione di mancanza di fiducia non solo nel singolo medico, ma nel sistema sanitario tutto. Del resto la medicina difensiva, necessaria per gli operatori sanitari, ha portato a un rispetto molto rigido delle linee guida, togliendo alla medicina quella componente d’arte medica basata sull’interpretazione del singolo individuo.
Per ovviare anche a questo aspetto, molto è stato fatto per ridimensionare la responsabilità medica e fare in modo che il paziente danneggiato potesse ottenere giustizia, ma che al contempo fossero ostacolate le denunce facili. Con la Riforma Gelli- Bianco, almeno nelle intenzioni, sono state normate delle situazioni…
Per la lettura dell’articolo completo: Diritto.it
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