Farmaci e pallone: l’Italia soccombe alle nordiche
Appresa l’ulteriore disfatta nazionale, il pensiero è andato alle pellicole in bianco e nero che raffiguravano la competizione e l’invidia tra bellezze italiane e bionde nordiche nelle spiagge della riviera. La storia dell’intrattenimento televisivo degli anni ’60 racconta di statuarie soubrette del Nord Europa, con gambe lunghissime e chiome dorate, spesso preferite alle reginette italiane. E in una settimana, che amaramente resterà agli annali, Svezia e Olanda hanno primeggiato sul bel Paese, con tutto quello che ne consegue in termini di prestigio ed indotto. Perché al di là della rappresentatività formale, non competere ai mondiali di calcio e non poter ospitare l’Agenzia del Farmaco “costa” molti milioni di euro. E in entrambe le vicende la palla è girata …
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Farmaci e pallone: l’Italia soccombe alle nordiche Appresa l’ulteriore disfatta nazionale, il pensiero è andato alle pellicole in bianco e nero che raffiguravano la competizione e l’invidia tra bellezze italiane e bionde nordiche nelle spiagge della riviera. La storia dell’intrattenimento televisivo degli anni ’60 racconta di statuarie soubrette del Nord Europa, con gambe lunghissime e chiome dorate, spesso preferite alle reginette italiane. E in una settimana, che amaramente resterà agli annali, Svezia e Olanda hanno primeggiato sul bel Paese, con tutto quello che ne consegue in termini di prestigio ed indotto. Perché al di là della rappresentatività formale, non competere ai mondiali di calcio e non poter ospitare l’Agenzia del Farmaco “costa” molti milioni di euro. E in entrambe le vicende la palla è girata male: nel primo caso non è andata nella porta giusta, nel secondo ne è stata sorteggiata una sbagliata. A seguito dei positivi giudizi tecnici ricevuti al dossier di candidatura, e dopo ben due votazioni dei ministri degli Affari generali, Milano guidava la classifica tra le città candidate ad ospitare Ema, la prestigiosa Agenzia del Farmaco, che sta per traslocare da Londra dopo la Brexit. La squadra diplomatica italiana ha messo in atto un’ottima prestazione per conquistare il maggior numero di consensi possibili. All’esordio della partita Milano temeva di vedersi superare da un’altra nordica, Bratislava, data per favorita alla vigilia dai bookmaker. La paura si era dissolta già al termine del primo tempo, quando la capitale slovacca era uscita dalla competizione. E Milano reggeva la classifica con 25 punti. Ieri pomeriggio i rigori si giocavano a Bruxelles dove, Milano, già arrivata prima alle prime due votazioni, si era poi attestata in posizione di parità (13 punti a 13) con Amsterdam. Ad un certo punto il campo di gioco si è trasformato in un bussolotto e ogni capitale in una pallina. Ed ha vinto la bionda e nordica Amsterdam. Così ha twittato il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: “Grazie a Milano e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per #Ema, nelle istituzioni e nel privato. Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa!” Sconforto e amarezza per l’occasione persa è stata manifestata anche il presidente della Regione Roberto Maroni e dal sindaco meneghino Beppe Sala, in una conferenza stampa congiunta al Pirellone, la sede che avrebbe dovuto ospitare Ema. Il leghista Roberto Calderoli è stato invece meno elegante ma più telegrafico, esplicitando la propria disillusione in una parolaccia. Quella che Mameli, nei nobili versi che raccontano del nostro paese, 71 anni fa non avrebbe mai pensato. E, ironia della sorte (forse la stessa che è girata con le due palline nel bussolotto?), proprio in questa memorabile settimana, quel canto diviene ufficialmente l’Inno d’Italia!
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