RESPONSABILITÀ CIVILE e ASSICURAZIONI
Responsabilità Medica
Sospetto del ginecologo non comunicato alla donna incinta: responsabilità evidente e risarcimento possibile
Una volta concluso il parto, è emerso che la bambina appena nata era affetta da malformazioni dovute ad una infezione. Sotto accusa il medico, che non ha comunicato alla donna in gravidanza il sospetto relativo a quella infezione. Ella avrebbe potuto decidere di effettuare esami più invasivi per fare chiarezza. Necessario un terzo processo in Appello per decidere sui danni subiti dalla donna.
(Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 29497/19; depositata il 14 novembre)
Triste sorpresa per una coppia di neogenitori: una volta ultimato il parto, scoprono che la loro bimba, appena nata, è affetta da gravi malformazioni, causate da una infezione. A finire sotto accusa è il ginecologo che ha seguito la…
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E’ l’estate del braccio di ferro tra le Ong e il governo italiano allora “giallo-verde” che faceva dei “porti chiusi” il proprio grido di battaglia. La nave rimase oltre due settimane a largo di Lampedusa fin quando la situazione – come poi spiegò il procuratore Patronaggio – non diventò “esplosiva”. 164 migranti reclusi in una nave con solamente due bagni e la tensione che sale alle stelle. Una dozzina di loro tentò di raggiungere la costa italiana gettandosi a mare. Il capo della procura agrigentina aprì un fascicolo e ispezionò la nave facendo un sopralluogo a bordo. Così come per la Diciotti, dunque, Salvini viene nuovamente indagato dalla Procura di Agrigento. In quel caso l’ex vice premier non andò neanche a processo perché il Parlamento negò l’autorizzazione a procedere. Oggi, con logiche (e alleati) di governo totalmente diverse, la situazione potrebbe cambiare. Intanto il fascicolo d’inchiesta è stato inviato per competenza al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. “Venti giorni davanti alle coste di Lampedusa senza poter far sbarcare uomini, donne e bambini vulnerabili. Sessantotto evacuazioni mediche, 15 persone recuperate dopo essersi gettate in acqua nel tentativo di raggiungere terra. Sequestro di persona”. Lo scrive su Twitter la ong spagnola Open Arms, commentando la notizia di Repubblica che riferisce dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio dalla procura di Agrigento errore medico sala operatoria decesso domiciliazione tribunale sostituzione udienza giudice di pace caltanissetta 93100 san cataldo 93017infortunio sul lavoro inail testamento biologico olografo successioni eredità ereditaria avvocato legale penale civile alcol test guida in stato di ebbrezza concorso docenti scuola separazione coniugi famiglia divorzio breve assegno mantenimento figli inps pensione invalidità legge 104/92 articolo 3 comma 3 accompagnamento percentuale invalido civile ricorso accertamento tecnico preventivo ricalcolo pensioni recupero crediti diritto risarcimento danno biologico casteltermini canicatti aragona favara castrofilippo naro licata palma di montechiaro porto empedocle raffadali CAP 92015 92014 92020 92024 92026 92021 92027 92028 92025 avvocatoagrigento.it incidente stradale studiolegaleagrigento.com lampedusa linosa 92010 abusivismo lgbt cambio sesso pubblico ministero juventus milan inter napoli akragas girgenti agrigentonotizie scrivo libero esecutore testamentario testatore esecuzioni immobiliari sfratto morosità domiciliazioni domiciliatario valle dei templi giardino della kolymbetra le pagine gialle elenco telefonico sono rosse padova milano bologna ferrar aroma frosinone brescia travagliato cavalli castagne funghi catania linguaglossa rifugio coca cola montagna Joker coomingsoon risarcimento danni RESPONSABILITÀ CIVILE e ASSICURAZIONI Responsabilità Medica Sospetto del ginecologo non comunicato alla donna incinta: responsabilità evidente e risarcimento possibile Una volta concluso il parto, è emerso che la bambina appena nata era affetta da malformazioni dovute ad una infezione. Sotto accusa il medico, che non ha comunicato alla donna in gravidanza il sospetto relativo a quella infezione. Ella avrebbe potuto decidere di effettuare esami più invasivi per fare chiarezza. Necessario un terzo processo in Appello per decidere sui danni subiti dalla donna. (Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 29497/19; depositata il 14 novembre) Triste sorpresa per una coppia di neogenitori: una volta ultimato il parto, scoprono che la loro bimba, appena nata, è affetta da gravi malformazioni, causate da una infezione. A finire sotto accusa è il ginecologo che ha seguito la donna durante la gravidanza e non l’ha informata del rischio che correva il feto e della concreta possibilità di accertarne, seppure con strumenti invasivi, la situazione effettiva. E plausibile è una sua condanna a risarcire i danni morali arrecati ai due genitori, poiché egli avrebbe dovuto fargli presente in modo chiaro il potenziale pericolo per il feto e le relative possibili conseguenze (Cassazione, sentenza n. 29497/19, sez. III Civile, depositata oggi). Informazione. La delicata vicenda, cominciata nel lontano 1996 con la nascita della bambina, ha avuto un lunghissimo strascico giudiziario: per ben due volte è stata presa in esame in appello la posizione del medico, alla luce della richiesta risarcitoria presentata dai due genitori. E ora anche la Cassazione è costretta a pronunciarsi una seconda volta, smentendo nuovamente i giudici di secondo grado che hanno escluso la responsabilità del ginecologo per la mancata comunicazione alla donna e al marito del «sospetto» relativo a una infezione contratta dal feto. I Giudici del ‘Palazzaccio’ ribadiscono che non solo è stata «affermata in astratto la sussistenza dell’obbligo di informazione» da parte del sanitario, ma si è anche accertato che in questa vicenda «il ginecologo non ha adempiuto al proprio obbligo di informazione, impedendo così alla donna di fruire della conoscibilità, già all’epoca sussistente, della situazione del feto» e così «le ha sottratto la libertà di decidere, i suoi diritti inviolabili all’autodeterminazione nel sottoporsi o mano ad indagini ed accertamenti citogenetici, ancorché invasivi e rischiosi per il feto – amniocentesi, villocentesi, funicolocentesi (eseguibili dalla diciottesima settimana)» per poter «affrontare una maternità cosciente e responsabile». Di conseguenza, è evidente la responsabilità del medico, mentre va approfondito – con un terzo processo in Appello – se si possa parlare di «danni» arrecati alla donna «per il mancato esercizio del diritto all’interruzione volontaria della gravidanza».