
Registrare il numero di telefono altrui su una chat erotica costituisce reato
24 Novembre 2019
Liquidazione del compenso dell’avvocato in caso di gratuito patrocinio dell’assistito
27 Novembre 2019PENALE e PROCESSO
Sostanze Stupefacenti
La Cassazione sull’aumento della pena per effetto della continuazione
Ove l’aumento per la continuazione determinato dal giudice di merito superi il triplo della pena inflitta per la violazione ritenuta più grave, la Cassazione deve annullare la sentenza senza rinvio e rideterminare direttamente la sanzione fissandola nel valore triplo di quella inflitta per il reato base, ritenuta la pena quale risultante dall’applicazione delle circostanze ed aggravanti e dalla comparazione delle stesse ex art. 69 c.p..
(Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 46370/19; depositata il 14 novembre)
Questo il principio affermato dalla sentenza n. 46370/19 depositata il 14 novembre. Il caso. La Corte d’Appello di Brescia, confermando la decisione del Tribunale, condannava l’imputato a 4 anni e 8 mesi di reclusione e a…
Per la lettura completa dell’articolo: Diritto e Giustizia
Contatta QUI la segreteria per poter fissare il tuo appuntamento in studio, telefonico oppure online con un avvocato o un professionista dello Studio Legale Zambuto di Agrigento.

ricorso agrigento pensione avvocato inps tribunale ricorso agrigento pensione avvocato inps tribunale ricorso agrigento pensione avvocato inps tribunale ricorso agrigento pensione avvocato inps tribunale ricorso agrigento pensione avvocato inps tribunale ricorso agrigento pensione avvocato inps tribunale errore medico sala operatoria decesso domiciliazione tribunale sostituzione udienza giudice di pace caltanissetta 93100 san cataldo 93017infortunio sul lavoro inail testamento biologico olografo successioni eredità ereditaria avvocato legale penale civile alcol test guida in stato di ebbrezza concorso docenti scuola separazione coniugi famiglia divorzio breve assegno mantenimento figli inps pensione invalidità legge 104/92 articolo 3 comma 3 accompagnamento percentuale invalido civile ricorso accertamento tecnico preventivo ricalcolo pensioni recupero crediti diritto risarcimento danno biologico casteltermini canicatti aragona favara castrofilippo naro licata palma di montechiaro porto empedocle raffadali CAP 92015 92014 92020 92024 92026 92021 92027 92028 92025 avvocatoagrigento.it incidente stradale studiolegaleagrigento.com lampedusa linosa 92010 abusivismo lgbt cambio sesso pubblico ministero juventus milan inter napoli akragas girgenti agrigentonotizie scrivo libero esecutore testamentario testatore esecuzioni immobiliari sfratto morosità domiciliazioni domiciliatario valle dei templi giardino della kolymbetra le pagine gialle elenco telefonico sono rosse padova milano bologna ferrar aroma frosinone brescia travagliato cavalli castagne funghi catania linguaglossa rifugio coca cola montagna Joker coomingsoon risarcimento danni PENALE e PROCESSO Sostanze Stupefacenti La Cassazione sull’aumento della pena per effetto della continuazione Ove l’aumento per la continuazione determinato dal giudice di merito superi il triplo della pena inflitta per la violazione ritenuta più grave, la Cassazione deve annullare la sentenza senza rinvio e rideterminare direttamente la sanzione fissandola nel valore triplo di quella inflitta per il reato base, ritenuta la pena quale risultante dall’applicazione delle circostanze ed aggravanti e dalla comparazione delle stesse ex art. 69 c.p.. (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 46370/19; depositata il 14 novembre) Questo il principio affermato dalla sentenza n. 46370/19 depositata il 14 novembre. Il caso. La Corte d’Appello di Brescia, confermando la decisione del Tribunale, condannava l’imputato a 4 anni e 8 mesi di reclusione e a € 6.667 di multa per i reati di numerose cessioni di stupefacenti unificati con il vincolo della continuazione. Avverso la decisione l’imputato ricorreva in Cassazione lamentando che il trattamento sanzionatorio fosse superiore al triplo della pena base irrogata per il reato più grave, con conseguente violazione dell’art. 81 c.p.. Principio di diritto. La Cassazione, ritenendo fondato il ricorso, rileva che è stata applicata una pena aumentata oltre il triplo per effetto della continuazione. In proposito, viene affermato il seguente principio di diritto: «Qualora l’aumento per la continuazione determinato dal giudice di merito superi il limite massimo del triplo della pena inflitta per la violazione ritenuta più grave, la Corte di cassazione, nell’annullare la sentenza senza rinvio, ridetermina direttamente la sanzione fissandola nel valore triplo di quella inflitta per il reato base, ritenuta la pena quale risultante dall’applicazione delle circostanze attenuanti ed aggravanti e dalla comparazione delle stesse ex art. 69 c.p.». Chiarito questo, la Suprema Corte annulla la sentenza senza rinvio e ridetermina la pena a 4 anni di reclusione e a € 6.667 di multa. Donna uccisa a Porto Empedocle 28 anni fa: pentito indicò presunto killer Donna uccisa a Porto Empedocle 28 anni fa: pentito indicò presunto killer Carmelo Ciffa, l’operaio ucciso il 26 ottobre 2016 in corso Vittorio Veneto a Favara, è convenzionalmente riconosciuto come la seconda vittima in ordine di tempo della faida Favara-Liegi scoppiata qualche settimana prima con l’omicidio di Mario Jakelich e il tentato omicidio di Maurizio Di Stefano. La figura dell’empedoclino, freddato a colpi di pistola da un sicario in pieno giorno mentre stava potando una palma di fronte il supermercato Paghi Poco, ha suscitato particolare attenzione investigativa già negli attimi immediatamente successivi all’omicidio per il particolare passato della vittima. Carmelo Ciffa, infatti, aveva precedenti per droga e per una rapina commessa ai danni di una banca di Casteltermini agli inizi del 1997 e già in quegli anni veniva indicato “vicino” al clan Grassonelli di Porto Empedocle. Tutte circostanze che avranno importanza in seguito. Perché intanto – proprio in quel periodo – sulla scena agrigentina si affaccia un nuovo collaboratore di giustizia: lui è Alfonso Falzone, appartenente alla cosca di Porto Empedocle, che con le sue dichiarazioni alla giustizia riscrive intere pagine della mafia agrigentina e, soprattutto, il contributo in termini di chiarezza ed efficienza che offre allo Stato ha pochi eguali. E’ il 20 ottobre 1998. Falzone compare a Palermo, presso i locali della casa circondariale di Pagliarelli, dinanzi all’allora sostituto procuratore Roberto Murgia e all’allora capo della Squadra mobile di Agrigento Attilio Brucato. Il collaboratore di giustizia sta riferendo su una serie di omicidi avvenuti in provincia di Agrigento e, uno di questi, è quello della proprietaria di un supermercato – Calogera Cuffaro Piscitello – uccisa la sera del 5 ottobre 1991 durante un tentativo di rapina a Porto Empedocle. Per quell’omicidio furono fermati (e poi scagionati)in una sala giochi di San Leone due diciassettenni di Palma di Montechiaro dopo una segnalazione anonima giunta alle forze dell’ordine. Questo lo stralcio del verbale del collaboratore di giustizia Falzone.Voce: “Cuffaro Piscitello Calogera, uccisa all’interno del supermercato di Porto Empedocle.”Falzone: “Di questo mi sono ricordato una cosa di questa signora.”Voce: “Cuffaro Piscitello” Falzone: “Sì, quando c’è stato l’avvicinamento della famiglia nostra con quella dei Grassonelli, poi è successo questo omicidio e il Messina Giuseppe parlando con, non so se era Grassonelli Giuseppe o qualcuno della famiglia Grassonelli, si è informato se loro sapevano qualche cosa di questo omicidio, era Grassonelli Giuseppe ora che mi ricordo, il Grassonelli Giuseppe ha detto che aveva il suo cugino, Giacomo Traina, aveva dato una pistola, una 38 a un certo Cifa.”Pm.: “Cifa“? Falzone: “Questo è stato dentro pure per rapina e cose, poi dopo l’omicidio Giacomo Traina era andato dal Cifa per chiedere la pistola, questo gli ha detto che non l’aveva più, non gliela poteva dare più, ora poi si è sospettato che fosse stato questo…” Pm: “Questo Cifa.” Falzone: “Perché era dedito pure a fare rapine, era anche u un drogato diciamo.” Pm: “Ma TrainaGiacomo perché gli aveva dato la pistola a Cifa?” Falzone: “Perché erano amici con questo, non lo so se sapeva quello che doveva fare, gliel’ha prestata, gli ha chiesto la pistola e gliel’ha data.” Agrigento, 20kg alimenti scaduti in ristorante: sospesa attività Agrigento, 20kg alimenti scaduti in ristorante: sospesa attività Attività sospesa per carenze igienico-sanitarie nonché per il rinvenimento di 20kg di alimenti scaduti o comunque privi di tracciabilità. E’ accaduto nel fine settimana ad Agrigento dove è stata sospesa l’attività di un ristorante in via Atenea, nel cuore della città dei Templi. I carabinieri del Nas e dell’Ispettorato del lavoro hanno setacciato lo scorso weekend diverse attività commerciali nel centro città: pub, ristoranti, pizzerie. A farne le spese un ristorante: i militari dell’Arma hanno prima controllato le dispense cercando di verificare la tracciabilità del cibo trovando, dunque, le prime irregolarità. Successivamente il controllo si è esteso anche al fine di verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie ma, anche in questo caso, sono state riscontrate anomalie. Da qui la decisione di sospendere l’attività. Agrigento, senza patente e assicurazione contromano: 7 mila euro di multa Agrigento, senza patente e assicurazione contromano: 7 mila euro di multa Un pensionato di 85 anni di Agrigento, noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, è stato denunciato dagli agenti della Polfer per essere stato fermato, al termine di un breve inseguimento, a bordo di una Vespa senza patente, senza assicurazione, senza revisione e per di più contromano. Il fatto è avvenuto lo scorso fine settimana: l’anziano, forse credendo di non essere notato, ha imboccato una strada contromano nei pressi della via Atenea. Nello stesso momento, però, stavano passeggiando ben cinque agenti della Polfer che hanno osservato tutta la dinamica mettendosi all’inseguimento dell’anziano che è stato fermato poco dopo. Per lui una mai multa di 7 mila euro.